Oltre la siepe: “osate cambiare, cercate nuove strade”
Il principio è sempre un orizzonte che spaventa: trovarsi davanti a nuovi incontri, circostanze, ad altri modi di fare e di vivere, si pone come un ostacolo di fronte al fluire delle esperienze della nostra esistenza. In realtà ancor prima di voltarsi alla ricerca di una soluzione a questa sorta di problema, sarebbe opportuno interrogarsi sull’origine dei nuovi inizi, scavare minuziosamente tra quegli impulsi che, febbricitanti ed incontrollabili, scalpitano alla volta di progetti da realizzare e storie da raccontare.
La curiosità non dorme mai: il desiderio di conoscere è uno dei motori più potenti del nostro globo, idee e sogni sono passati da lì. Il gusto dello scoprire, il sentimento del “thaumazein“, proprio della meraviglia nei confronti della nostra stessa vita, sono incarnati in figure sospese tra la concretezza della terra e la libertà della fantasia, come sonnambuli intenti in una ricerca semi-cosciente nel buio. La curiosità è ciò che dà vita ai nuovi inizi, la scintilla per cui l’anima finisce per colorarsi di emozioni più o meno dense, non sempre di sereno aspetto. Vedere, guardare, osservare, conoscere: passando dalla percezione sensoriale a quella emotiva, ogni evento od oggetto può diventare occasione di scoperta, ed eventualmente diventare roccia che non viene trasportata dalla corrente della caducità.
In un verisimile 1959 John Keating, professore di letteratura presso il collegio maschile di Welton, stimolava i suoi nuovi alunni palesando pensieri rimasti fino ad allora accantonati nei meandri delle menti di giovani adolescenti. Era in realtà il 1989, ed un magistrale Robin WIlliams stava interpretando uno dei personaggi più amati e celebri della sua carriera per la regia di Peter Weir in L’attimo fuggente (Dead Poets Society), pellicola di notevole fama.
Nello svolgimento della narrazione il professor Keating non si propone come semplice guida: egli è un autentico sonnambulo. Il suo atteggiamento da sognatore non gli impedisce di render chiaro il suo senso di priorità per gli obiettivi da perseguire: tra questi spicca con una nota di acuta enfasi il rifiuto dell’appiattimento, di rassegnazione e abbandono alla pigrizia mentale. Sono passati 57 anni dai giorni in cui Keating predicava nelle aule il vigoroso invito alla rivoluzione interiore, ma il suo messaggio ha origini molto più lontane nel tempo, evocando il piacere della conoscenza proclamato nei secoli da poeti, scienziati ed eroi.
Il nostro essere giovani è una ricchezza inestimabile, la libertà ne fa un trampolino verso un orizzonte indefinitamente vasto. “E proprio quando credete di sapere qualcosa, che dovete guardarla da un’altra prospettiva, anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovrete provare. […] Osate cambiare, cercate nuove strade”. Un invito da conservare come un memorandum sempre presente, in una continua e sfrenata ricerca per assaporare il panorama al di là della siepe.
A cura di Beatrice Spallacci