Collegio e università

Sharing economy e crowdfunding

Siamo entrati in una nuova era: l’era della sharing economy e del crowdfunding, modelli economici che, insidiatisi irreversibilmente nella nostra quotidianità, hanno radicalmente mutato le basi del business tradizionale. Per affrontare questi argomenti abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con due esperti del settore e con la preziosa esperienza di una giovane donna. Lunedì 29 gennaio, il nostro collegio ha, infatti, ospitato Enrico Aprico, Docente di strategia politica e aziendale dell’Università Cattolica, Alberto Giusti, Business Angel e Cofounder di Digital Building Block, e Gloria Pozzoli, fondatrice di AccioBooks, nell’ambito della conferenza “Condividere per crescere.

Un nuovo modello culturale di business”. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di approcciare il nuovo trend del business che ha preso piede nel nuovo millennio, nell’era della globalizzazione e della crisi del capitalismo. La conferenza si è rivelata un forum di incontro di tre diversi insight sull’argomento, che hanno potuto fornirci una prospettiva a 360 gradi sul business del futuro. La lettura tecnica e specialistica dei due esperti si è fusa con un esempio concreto di iniziativa nel settore, ovvero il primo sito di book sharing in Italia. In una società e cultura definite “postmoderne”, in cui il sistema capitalistico tradizionale è entrato in crisi, tanti fattori sociali, economici e tecnologici lasciano intuire la spinta verso il cambiamento. Questo orientamento in direzione di nuove forme di business è il prodotto di una richiesta implicita di semplificazione da parte degli utenti e anche da parte dei nuovi imprenditori. Come asserito da Aprico, questa semplificazione è stata sicuramente avvantaggiata dalla tecnologia e mette in circolo quei principi che sono alla base della sharing economy, ad esempio il fondamentale assunto che l’accesso ai beni è più importante della proprietà, per cui il possesso delle cose non è più un requisito fondamentale per usufruirne e averle a disposizione.

A questo punto è emblematica la storia di Gloria Pozzoli, che, mettendo in pratica i vantaggi della pratica del crowdfunding, ha potuto creare il primo sito di book sharing in Italia: il sistema permette di scambiare, vendere, regalare, spedire – insomma mettere a disposizione – ad altri utenti i propri libri, non letti o dimenticati sulla mensola a prender polvere. L’idea di Gloria ovviamente nasce dalla sua passione per i libri e dall’importanza che questi hanno avuto nella sua vita, che si sono così trasformate in un debito nei loro confronti, una forma particolare di ringraziamento alla lettura, per salvare i libri dalla dimenticanza donando loro una nuova “vita”. Fondamentalmente, la concezione alla base della sharing economy è quella di mettere a disposizione ciò che si ha, che sia un servizio o un prodotto, in un sistema che non ha nulla a che vedere con la logica del do ut des. In questo nuovo sistema, infatti, ci si incontra a metà strada: gli utenti/beneficiari vanno incontro al fornitore/produttore e viceversa, in vista di un mutuo guadagno. Questa logica può essere facilmente riscontrabile in esempi concreti che ora pervadono la nostra quotidianità, dai trasporti (car sharing, BlaBlaCar) agli alloggi (Airbnb).

Si aprono nuove frontiere: l’inizio del nuovo millennio preannuncia una futura espansione di questi modelli a tal punto da poter parlare di avvento di una nuova era del business, un mercato alternativo che destruttura e propone in modo diverso i principi classici dell’avere, del dare e del guadagnare.

Di Rebecca Mannocci 

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