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C’È (SEMPRE) ANCORA DOMANI

La mia è una storia fatte di donne. Sono cresciuta in una famiglia di donne forti, indipendenti e
libere. E anche una famiglia di uomini dolci, rispettosi e pronti a supportare le loro compagne in
ogni decisione.
Purtroppo, la storia della dolce Delia, protagonista del nuovo film di Paola Cortellesi “C’è ancora
domani”, non è così: la sua è una storia vera, cruda e violenta.
Delia è una donna del dopoguerra; una donna costretta a sottostare ad un marito violento e
irrispettoso: l’iracondo Ivano, la cui giustificazione alla base di ogni suo atto (violento) è:
“d’altronde ho fatto due guerre”.
Ma qual è la grande colpa di Delia? Beh, essere nata donna in una società in cui le donne vengono
ritenute meno di chiunque. In una società in cui la più grande ispirazione di una donna deve essere
(e forse ancora è) quella di sposarsi e mettere al mondo dei figli.
La storia di Delia non è un caso isolato: è la storia di miliardi di donne di tutto il mondo, donne che
per anni sono state umiliate, picchiate e discriminate.
Che il suo non sia un caso isolato lo dimostra l’altissimo tasso di violenze domestiche e
femminicidi registrato ancora oggi.
La dolce Delia, però, ci insegna qualcosa: c’è ancora domani!
Spinta dal profondo sentimento dell’amore materno nei confronti di sua figlia Marcella, la nostra
protagonista decide di reagire di fronte alla sua condizione di inferiorità, anche grazie all’arrivo
della sua prima tessera elettorale. Delia riesce a trovare una forma di liberazione: si reca alle urne
per votare tra Monarchia e Repubblica, la sua prima esperienza in merito, come per molte altre
donne d'Italia. Una volta arrivata alle urne si rende contro di aver perso la preziosa tessera
elettorale, che è stata ritrovata da Marcella; è proprio lei che le riconsegnerà in tempo il documento
valido per esprimere il proprio voto e per conquistare il primo assaggio di libertà.
Quella di Delia è la storia di una donna che reagisce a modo suo a una vita ingiusta e che prova a
riconquistare una dignità che le era stata portata via senza rendersene conto.
“C’è ancora domani” è un film dichiaratamente femminista, nella misura in cui decide di stare
orgogliosamente dalla parte delle donne, donando loro importanza e dignità.
È un film con degli ideali di femminismo, di cui abbiamo tutti bisogno.
Proprio oggi che i giornali sono pieni di notizie di femminicidi e i social media inondati di post per
ricordare e rivendicare la giovane Giulia Cecchetin, noi abbiamo bisogno di un film che rivendichi i
diritti delle donne a partire dalla vita di tutti i giorni. Perché proprio come ci insegna la dolce Delia:
c’è sempre ancora domani!
Ahimè, come ci insegnano le storie di Giulia Cecchettin e tutte le 107 vittime di femminicidio del
2023, e ogni anno il 25 novembre, la storia della rivendicazione dei diritti delle donne è ancora
molto lontana dal suo lieto fine.
Ma non voglio essere del tutto pessimista! Voglio, invece, pensare a una storia divisa in tempi, un
po’ come un film.
Ora siamo alla fine del primo tempo…chissà cosa ci riserverà il secondo. Posso solo pensare a delle
parole di augurio e speranza.
Mi auguro che il futuro sia un tempo privo di morte e ricco di vita.
Mi auguro che le notizie di cronaca cambino, che non si sentano più notizie di femminicidi, ma di
donne che vivono la loro vita senza paura.
Mi auguro che la giovane Giulia possa aver trovato pace, ma che non sia mai dimenticata, poiché
merita di essere ricordata con amore e di essere acclamata a voce alta.

Mi auguro che le storie di Delia, Marcella, Marisa e tutte le donne di questo film possano essere
d’esempio.
Mi auguro che le istituzioni possano finalmente trovare un punto di svolta sulla tutela delle donne,
in modo che nessuna abbia mia più paura di parlare, denunciare e fare rivalere i propri diritti.
Mi auguro che gli uomini imparino che le donne non sono degli oggetti, inferiori a loro, bensì
madri, figlie, amiche e, soprattutto, loro pari.
Mi auguro che la nostra società possa cambiare, che si abbandoni il vecchio modello patriarcale.
Infine, mi auguro che il nostro finale sia diverso dal precedente, confido con tutte le mie forze in un
lieto fine.
Perché?
Perché c’è SEMPRE ancora domani!

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