Collegio e università

“Non siate vagoni, ma locomotive”

Una vita come la tua” è il titolo di un celebre libro della Sorella Maggiore, Armida Barelli, nel quale consigliava, di vivere nel mondo senza nulla dare al mondo.  Ida, come veniva soprannominata dai suoi amici, non ha certo seguito questo suo consiglio, anzi al contrario ha servito al mondo opere, di cui ancora oggi ne celebriamo l’importanza.

Una donna che ha vissuto nel mondo e per il mondo, distinguendosi sempre per la sua determinazione nel fare le cose, portandole a termine, basti pensare che Padre Agostino Gemelli la scelse come cassiera per la fondazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove porrà grande attenzione alle giovani studentesse fondando anche un Collegio, il Collegio Marianum. L’obiettivo di Armida, come si può percepire da queste prime righe, era proprio quello di garantire alle studentesse un percorso di studi, volto ad orientarle all’interno della società. Durante i suoi anni, non smetterà mai, di farsi promotrice di movimenti femminili che la porteranno in giro per l’Italia a valorizzare il ruolo delle donne. Grazie al suo modo di parlare con il popolo, porterà intorno a se più di un milione di iscritte!

Con il collegio Armida ha voluto che quante le studentesse avessero la possibilità di accedere alla cultura, il dono più grande da offrire, rendendole responsabili della loro vita, quindi non solo l’università, ma le spingeva e spronava ad imparare attraverso la cultura perché nella cultura “si può scegliere, esercitando l’intelletto”, come dice bene Padre Renato durante un momento di riflessione a Marzio, piccolo paesino del Varesotto, disperso tra la natura, dove Ida amava stare, in visita a Villa Barelli lo scorso 9 Aprile.

L’ispirazione per realizzare tutte le sue opere Ida l’ha trovata nel Sacro Cuore, una fede che ha sempre preservato, anche negli ultimi giorni della sua vita, non ha mai lascSiato la preghiera. Verso la fine dei suoi giorni, Armida, per causa di una malattia non poteva più parlare, ma la forza che l’aveva sempre contraddistinta, le permise di continuare ad offrire il suo supporto a chi di lei aveva sempre avuto bisogno.

Armida era anche una “laica nel mondo”, una donna che per scelta si impegnava a mettere in pratica il Vangelo nella quotidianità. La donna, come ricorda la Christus Vivit, è “l’immagine della Chiesa madre, perché la Chiesa è donna”, Armida ne è l’esempio, cercando di realizzare la missione che Dio le aveva affidato. Sempre Padre Renato, nelle sue riflessioni, paragona Armida al servo, il quale avendo ricevuto cinque talenti, grazie al suo impegno riuscì a restituirne altri cinque al padrone.

La vita, come ci ha insegnato Armida, è una conquista e per questa ci occorrono gli strumenti per lottare. Ida aveva come obiettivo il muoversi affinché ognuno con il suo intelletto e il suo cuore avesse possibilità di conquistarsi il proprio posto nel mondo; basti pensare alla conquista del diritto di voto delle donne. Farà un’opera di propaganda e di responsabilizzazione, sollecitando le giovani donne ad andare a votare per esercitare il loro diritto. Le rivoluzioni si fanno quando si ha nel cuore una passione, Armida aveva il Sacro Cuore e il servizio a Lui, che si è declinato in tante opere. Amava dire alle giovani donne che la seguivano, di essere delle locomotive e non dei semplici vagoni, trascinando gli altri, come lei fece con i suoi movimenti.

La sua passione alimentava il motore per andare sempre oltre, responsabilizzandosi e rimanendo obbediente alle più importanti figure della Chiesa, con le quali ha instaurato rapporti duraturi.

A cura di Elisa Natta

 

 

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