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Fascino e insidie dei media digitali. Conosciamo davvero il mondo in cui viviamo?

Il mondo digitale offre prodotti e contenuti utili, interessanti e intriganti, ma dietro ai nostri dispositivi si cela un universo di cui non sempre siamo a conoscenza, fatto di violazioni di dati personali, manipolazione della realtà e monopoli economici. Quanti conoscono davvero le dinamiche che regolano questo ambiente misterioso eppure onnipresente?

Il giornalista ed ex presidente Rai Marcello Foa si è dedicato a questi temi nell’open lecture dal titolo: “Fascino e insidie dei media digitali. Conosciamo davvero il mondo in cui viviamo?”, tenutasi lo scordo martedì 22 febbraio 2022 presso l’Università Cattolica di Milano.

Nonostante la crescita degli strumenti per l’informazione, oggi viviamo in un’epoca in cui domina maggiore incertezza circa la realtà dei fatti. La verità non è più quello che è ma quello che viene comunicato.  Caso emblematico è la disinformazione sui vaccini Astrazeneca, etichettati come non sicuri e sospesi a causa di un fallimento sul piano della comunicazione.

Fondamentali mezzi di comunicazione sono le piattaforme digitali, in particolare i colossi che monopolizzano tale industria. Secondo i dati di Studio Group M, nel 2021 Alphabet, Meta e Amazon hanno detenuto il 50% del mercato mondiale pubblicitario (esclusa la Cina), con una crescita del 10% in soli tre anni.

Le grandi piattaforme creano spazi di navigazione personalizzati perché sono in grado di conoscere a fondo chi vi naviga. La profilazione degli utenti non è più un segreto. Google ha raccolto dati per oltre vent’anni e ha inibito a lungo, grazie a formule ambigue (come «scarti digitali»), la riflessione su una tematica intorno alla quale sarebbe stato opportuno indagare. Si crea una percezione della realtà su misura dell’utente che non rispetta la reale agenda informativa e le esigenze collettive e in cui acquistano rilevanza contenuti che si rivolgono alle emozioni più che alla logica.

Nella Silicon Valley si inizia ad ipotizzare un rapporto invertito tra macchine e uomini: saranno le macchine ad usare gli esseri umani e non viceversa. Un’ipotesi supportata anche dall’imminente pervasività degli strumenti digitali. Oggi in un chilometro quadrato possiamo collegare ad internet circa 60mila dispositivi, ma presto sarà possibile farlo per ogni oggetto nelle nostre case (secondo il concetto di “internet delle cose” o IoT): ogni nostro comportamento potrà essere tracciato e le implicazioni sono colossali.

Il peso di questi monopoli è evidente e pericoloso: gli interessi economici e finanziari rischiano di diventare gli unici a cui rispondere. In una situazione così inquietante, Marcello Foa ha individuato sul piano della comunicazione una possibile scialuppa di salvataggio nel servizio pubblico. Per le emittenti nazionali si tratta di un’occasione storica per offrire prodotti indipendenti e di qualità, opponendosi ai giganti della Silicon Valley. Un ruolo da svolgere in concomitanza con le Università, luogo di difesa della libertà e di creazione di coscienza pubblica.

La penetrazione del digitale in ogni aspetto della vita quotidiana rende necessaria l’attenzione su queste problematiche e, come ha ricordato il Rettore dell’Università Cattolica, Franco Anelli, nel suo intervento: “La regolamentazione è l’unica tutela”.

 

 

A cura di Melodie Bertoli

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