Guerra tra Russia e Ucraina. Cosa succede?
La mattina del 24 febbraio 2022 l’occidente si è svegliato con una tragica notizia: il presidente russo Vladimir Putin nella notte ha ordinato l’attacco contro l’Ucraina bombardando Kiev e altre città nell’Ovest del paese e mandando truppe anche dalla Bielorussia e dalla Crimea.
Il primo ministro russo ha annunciato l’inizio dell’operazione militare in Ucraina mentre il Consiglio di sicurezza dell’Onu era in corso, apparendo in collegamento con la tv di Stato alle 4:00 del mattino (ora italiana) per annunciare il suo intento di «smilitarizzare e de-nazificare l’Ucraina» aggiungendo che l’operazione «mira a proteggere le persone e le circostanze richiedono un’azione decisiva della Russia».
A chiunque avesse intenzione di interferire nell’operazione il presidente ha risposto brutalmente senza mezzi termini: «reagiremo». Nel suo discorso Putin ha affermato che la responsabilità dello spargimento di sangue sarà nelle mani del regime ucraino, reo, dal suo punto di vista, di aiutare i neonazisti. Il leader del Cremlino si è mostrato quindi più determinato che mai a portare avanti questa tragica guerra e in tal senso è eloquente il breve filmato diventato virale che riprende il botta e risposta tra Putin e il capo dei servizi d’intelligence esterni Sergei Naryshink, che mostra chiaramente il modo con cui il presidente interagisce con i suoi collaboratori e il clima totalmente surreale che si è creato a Mosca.
Dal 24 febbraio ad oggi sono già migliaia le vittime di questa guerra, tra cui anche molti civili.
Il ministero della Difesa russo ha fornito un bilancio ufficiale delle perdite dall’inizio dell’invasione: 498 sono i soldati russi morti e 1.597 feriti. Il bilancio pubblicato su Facebook dallo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine parlava invece di 5.840 russi morti e segnalava anche la distruzione di 211 tank, 30 velivoli e 31 elicotteri, 862 mezzi blindati, due unità navali e tre droni.
Ma la Russia segnala anche delle perdite da parte ucraina. Secondo Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, l’Ucraina – che non ha sinora fornito un bilancio per quanto riguarda le perdite tra le sue fila – conterebbe dall’inizio del conflitto 2.870 morti e circa 3.700 feriti.
La cifra si avvicina a quella dichiarata dai servizi di emergenza ucraini: sono oltre 2mila i civili uccisi dall’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio. Centinaia di strutture, fra cui case, reti dei trasporti, ospedali, asili d’infanzia sono state distrutte. Migliaia sono gli ucraini che fuggono dal Paese sotto attacco. Mariupol, città portuale ucraina, è assediata da tre lati: dalle repubbliche separatiste, dal mare con i mezzi da sbarco russi e dalla Crimea. Sono solo cinque i treni in uscita e cresce la paura che anche la stazione da un momento all’altro venga bombardata. Le persone sono in coda per accaparrarsi un biglietto, le strade sono deserte e le uniche file sono ai bancomat per prelevare.
In poco più di una settimana gli scontri sono continuati senza sosta con bombardamenti sul suolo ucraino che non si vedevano dalla Seconda guerra mondiale. Su internet si vedono tragiche immagini di donne insanguinate e civili seduti sulle macerie delle loro case. Nelle piazze di tutto il mondo si susseguono le manifestazioni di solidarietà nei conforti dell’Ucraina e sui monumenti più famosi vengono proiettati i colori della sua bandiera. In Russia sono stati arrestati centinaia di manifestanti e solo a Berlino il 27 febbraio sono scese in piazza 500 mila persone.
Sono iniziati inoltre colloqui e trattative di pace, che non hanno però portato a nessun risultato soddisfacente. L’Europa e altri paesi del mondo hanno definito compatti una serie di sanzioni economiche pesantissime (e ogni giorno se ne aggiungono di nuove) per mettere in seria difficoltà l’economia della Russia, sanzioni annunciate da un lungo discorso della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyden e da diversi leader politici mondiali.
Sarebbe impensabile una risposta militare, la Russia è uno dei pochi paesi del mondo a possedere la bomba atomica e, tra tutti, è quello che ne ha di più. Un’escalation militare, dunque, non è raccomandabile: una guerra tra paesi dotati di armi atomiche, infatti, avrebbe conseguenze catastrofiche a livello mondiale. Si punta a isolare sempre di più Putin, messo alle strette dalle persone, dagli interessi economici e finanziari che sta danneggiando con la sua politica. Ma quali sono le cause di tutto ciò? Perché siamo arrivati a un tale dramma?
Il conflitto tra Russia e Ucraina non è affatto recente, ma ha al contrario radici molto profonde.
La motivazione ufficiale addotta da Putin sarebbe la protezione degli ucraini filo-russi e la smilitarizzazione del Paese che il presidente russo vorrebbe “neutrale” e fuori dall’orbita Unione Europea. Ma è noto a tutti che in realtà il suo progetto è ben diverso e ha matrici imperialiste alla cui base c’è la volontà della Russia di riportare l’Ucraina nell’orbita di Mosca, installando un governo filorusso che la allontani dall’Europa occidentale, impedendo un ulteriore spostamento della NATO verso Est e ricreando dei paesi cuscinetto tra i due blocchi. Lo scontro contro l’Ucraina arriva inoltre in un momento perfetto per Putin che durante questi anni di pandemia ha visto il consenso del popolo calare enormemente nei suoi confronti. Ormai settantenne, mette ora in atto un progetto che già l’anno scorso aveva reso noto pubblicando una lettera sul sito del Cremlino in cui affermava che Russia e Ucraina appartengono allo stesso popolo, calpestando completamente le volontà del popolo ucraino.
«Chi fa la guerra dimentica l’umanità mettendo davanti i suoi interessi di parte e il potere» ha detto Papa Francesco durante l’Angelus lanciando un forte appello affinché questa tragedia abbia fine.
Si dice che la storia è maestra di vita, ma probabilmente l’uomo non si è mai presentato a lezione.
A cura di Ania Alleva