Quello che resta da fare all’internet
Emma Chamberlain, classe 2001, è una youtuber americana.
Nei suoi video non mostra nulla più che la sua vita: quello che mangia, come si lava la faccia, che strada fa per andare al supermercato.
Il profilo di Emma su YouTube conta nove milioni di iscritti: ci interessa davvero così tanto come gli altri si lavano la faccia?
Probabilmente no, se sapessimo guardare con interesse qualcosa di così quotidiano gli avvocati divorzisti sarebbero, quasi certamente, tutti disoccupati.
Che cos’ha di speciale questa teen californiana?
Lascia che gli altri la guardino vivere, senza artifici, con nove milioni di sguardi puntati su di lei Emma si permette di essere sguaiata, volgare, scomposta, perché ogni tanto lo siamo tutti e va bene così.
La parabola della Chamberlain sembra svelarci il nuovo orizzonte del successo sul web: una narrazione onesta della vita.
La stessa che cantava Umberto Saba nel suo canzoniere, la stessa di cui scriveva nell’articolo “Quello che resta da fare ai poeti” su “ La Voce” nel 1911: “Ai poeti resta da fare la poesia onesta (…) solo quando i poeti, o meglio il maggior poeta di una generazione, avrà rinunciato alla degradante ambizione propria – purtroppo! – ai temperamenti lirici, e lavorerà con la scrupolosa onestà dei ricercatori del vero, si vedrà quello che non per forza d’inerzia, ma per necessità deve ancora essere significato in versi”.
Inconsapevolmente due forme narrative così distanti si toccano e si compenetrano nella ricerca del Vero, di un racconto sincero della vita, un’eccezione che riesce ad esistere solo nel bacino della ricerca artistica.
Saba chiede di rinunciare ai temperamenti lirici, di essere capaci a cedere il passo alla verità di noi stessi, forse con timore, perché vogliamo stare sempre al posto giusto quando gli altri ci osservano, essere composti, adeguati, sempre pronti.
Perché è così che ci hanno insegnato, ma Saba ci dice non è questo quello che ci resta da fare, perché anche se non siamo tutti poeti abbiamo tutti una vita da cantare, sempre, anche nel più quotidiano degli anfratti.
Emma Chamberlain è stata inclusa dal Time Magazine tra le 25 persone più influenti del Web, perché vive ad Hollywood in un appartamento moderno, ha una disponibilità economica di almeno 4 volte superiore alla maggior parte dei suoi follower, rimane, tuttavia, lontana dal mondo plastificato dei Kardashian, si racconta sguaiatamente come lo si fa con gli amici a diciannove anni ed è per questo che ci piace.
Ci piace, perché ci mostra la nuova frontiera dell’internet: la più umana che c’è.
A cura di Angela Macheda