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Ucraina- Russia: dall’escalation militare alla crisi umanitaria  

Nel pomeriggio di lunedì 14 Marzo gli studenti e le studentesse dei collegi in Campus hanno preso parte al primo incontro del ciclo “Aprire la mente alla realtà e alla diversità” organizzato in collaborazione con il quotidiano Avvenire ed ideato dal nostro Collegio, proponendo una riflessione attuale sul conflitto in Ucraina. Tre gli illustri ospiti che hanno animato l’incontro: Giorgio Ferrari, firma di Avvenire, inviato internazionale a Kiev; Alessandro Minuto Rizzo, Presidente della NATO Defense College Foundation, già Segretario Generale Delegato della Nato e lo scrittore Andrea Tarabbia.

Giorgio Ferrari, riportando la sua esperienza sul campo, afferma che nessun importante giornale americano avrebbe mai pensato che l’invasione sarebbe effettivamente avvenuta, motivo per il quale è logico porsi interrogativi riguardo alle tempistiche e alla modalità con cui finirà la Guerra.

Alessandro Minuto Rizzo fa un breve excursus sulle radici della vicenda attuale.
Quando sale al potere Vladimir Putin, un ex ufficiale del KGB eredita un Paese che, dalla fine degli anni Ottanta, versa in gravi condizioni socioeconomiche e nel febbraio 2007, in presenza dei leader occidentali, il presidente denuncia l’umiliazione del suo paese nel nuovo equilibrio europeo.

Più volte ci si domanda quale siano le motivazioni alla base del conflitto: riannettere quel territorio ricco di risorse naturali ceduto 30 anni fa? Ottenere la garanzia della presenza di stati cuscinetto al confine con l’Europa Occidentale?

Rizzo afferma che la grande tensione politica creata negli ultimi mesi evidenzia la chiara volontà di evitare l’inglobare una zona di matrice russa nel blocco occidentale.
Agli inizi di febbraio, un politologo russo vicino a Putin affermò apertamente al Financial e New York Times che la Russia non era intenzionata ad invadere l’Ucraina.
In realtà, la cifra esorbitante di 200.000 soldati radunati lungo il confine ucraino, rendeva evidente che tale mobilitazione non potesse limitarsi ad una semplice esercitazione.
L’ambasciatore ritiene che le informazioni errate rilasciate al presidente russo dai suoi “fedelissimi”, per le quali l’Ucraina sarebbe capitolata in non più di tre giorni, costituiscano probabilmente uno dei motivi dell’attuale difficoltà delle truppe russe nel procedere alla conquista del paese.
Prima di arrivare all’invasione, numerosi sono stati gli incontri diplomatici tra il premier russo e Blinken, Biden e Macron, che però, tra tensioni e provocazioni da entrambe le parti, si sono risolti in un nulla di fatto.
Un elemento su cui è bene soffermarsi è la dimostrazione di forza dei civili e dell’esercito ucraino che, nonostante le poche risorse materiali, stanno opponendo un’accanita resistenza, anche grazie all’esempio del presidente Zelensky e dell’intera classe politica.
Infine, Rizzo conclude sostenendo che lo scenario più plausibile al termine del conflitto sarà la dichiarazione di neutralità da parte dell’Ucraina, rispetto alla cessione di una parte del suo territorio alla Russia.

L’incontro prosegue con lo scrittore Andrea Tarabbia che dimostra come alla base del lato scuro dell’anima russa ci sia una convinzione tramandata da decenni per la quale la Russia sia stata effettivamente l’unica nazione ad aver sconfitto il nazismo; cita un incontro avvenuto anni fa con una traduttrice russa che sottolineava l’incapacità degli occidentali nel comprendere il legame intrecciato tra le due popolazioni, riferendosi anche alla letteratura di Dostoevskij che riteneva il suo popolo l’unico in grado di salvare le nazioni confinanti dalla decadenza dei costumi.
Tarabbia ha mostrato come la retorica della “denazificazione” sia stata usata da Putin come pretesto anche per l’occupazione della Cecenia, come documentato dal libro “Cecenia. Il disonore russo” di Anna Politkovskaja.

Alla luce dei fatti, un’altra considerazione è stata quella di analizzare il grande errore che il blocco occidentale sembra aver compiuto. È prevalso il filone del pensiero americano per il quale uno stato indipendente sia libero di scegliere con chi voglia allearsi rispetto all’altra narrazione che tende a preservare gli equilibri mondiali.

Le cronache odierne raccontano orribili scenari di guerra che ci rendono quasi inermi davanti a tutti gli scenari a cui assistiamo.
Il leit-motiv dell’incontro, pienamente centrato, è stato quello di voler trovare la giusta informazione, di saperci destreggiare in un’attualità che troppo spesso ci porta a riflettere su quali gravi ingiustizie, quali gravi atrocità l’uomo è capace.

 

A cura di Letizia Berzolla

 

 

 

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