Collegio e università

Europeismo ed Euroscetticismo: Emma Bonino e Giuseppe Scognamiglio incontrano gli studenti dell’Università Cattolica

Il termine “Euroscetticismo”, definito dall’Enciclopedia Treccani come “atteggiamento critico nei confronti delle politiche dell’Unione Europea”, si riferisce ad un sentimento austero la cui crescita si è intensificata tra il 2008 e il 2015 e che, oggi, viene alimentato da movimenti populisti e sovranisti. Quali sono gli effetti che tale ostilità pone sull’Unione? Chi provoca l’Euroscetticismo? Nasce dalla consapevolezza o dall’ignoranza? Emma Bonino e Giuseppe Scognamiglio provano, dal loro punto di vista, a delineare una risposta per gli studenti dell’Università Cattolica di Milano, durante l’incontro organizzato dal Club Diplomatici Unicatt il 23 novembre.

 

GIUSEPPE SCOGNAMIGLIO: TRE CARATTERISTICHE DEI MOVIMENTI POPULISTI

Diplomatico e giornalista, Giuseppe Scognamiglio è attualmente membro del Management Board di Unicredit e presidente di Europeye, società editoriale della rivista “eastwest”. Nell’ambito diplomatico si è occupato di Nazioni Unite, in particolare nel campo dei diritti umani, e ha rappresentato il nostro paese in Turchia e Argentina. Scognamiglio ci propone un’analisi del fenomeno sovranista e populista riassumibile in tre macro-caratteristiche comuni. La prima di queste tre connotazioni è la discontinuità con le politiche dei governi precedenti, a prescindere dal merito. Come sottolineato da Jan-Werner Müller, Professore di Political Theory all’Università di Princeton, a giustificare questa prevaricazione è l’investitura popolare, percepita come assoluta e capace di annullare ogni diritto delle minoranze. La seconda caratteristica analizzata è la diffusione di annunci roboanti non sempre seguiti da atti concreti. Un esempio ne è il comportamento del Presidente americano Donald Trump, la cui eclatante promessa di costruire un muro al confine con il Messico non è ancora in via di realizzazione. Terzo ed ultimo punto, ciò che emerge nei movimenti populisti e sovranisti è una visione localistica e autarchica, frutto dalla provinciale convinzione per cui i problemi che sono globali possono essere risolti sbarrando la porta e chiudendosi dentro casa. Ciò che possiamo dedurre combinando queste tre caratteristiche distintive è, secondo Giuseppe Scognamiglio, il bisogno di una presa di responsabilità da parte dei governi stessi. Rendersi conto degli effetti che ogni decisione politica scatena, a prescindere dal proprio orientamento partitico, è il presupposto per garantire l’interesse dei cittadini.

 

EMMA BONINO: EUROPA, FORTUNA DA PRESERVARE

Penso che una delle cause più importanti della manipolazione populista e sovranista, con scivolate razziste, sia identificabile in una grande ignoranza della nostra storia”. Lo afferma Emma Bonino, ex ministro degli affari esteri durante il governo Letta ed esponente del radicalismo liberale, attualmente leader del partito di orientamento liberal-democratico europeista +Europa. Nata nel 1948, racconta di come sia stato naturale cogliere gli echi della Seconda Guerra Mondiale tramite la generazione dei suoi genitori. Il popolo Europeo, promotore di due guerre mondiali e di un genocidio nel corso di un solo secolo, inquilino di un continente autodistruttosi, oggi è diventato il più ricco al mondo in termini di PIL, servizi sociali, qualità della vita e scolarizzazione. Questo, secondo la Bonino, non è accaduto grazie al destino, ma per il sogno di padri e madri fondatori, che capirono l’importanza di un cammino di cooperazione, necessario per risollevarsi. Per continuare questo importante processo di integrazione, ormai fermo all’introduzione della moneta unica, è necessario cambiare una serie di atteggiamenti diffusi nei confronti dell’Unione. Prima di tutto, e questo vale soprattutto per l’Italia, smettendo di additare l’Unione Europea come capro espiatorio per ogni problema di natura domestica. Inoltre, bisogna andare oltre la provinciale idea che il negoziato sia disonorevole per uno Stato. Trattare i termini di un accordo e aprirsi al dialogo sono, infatti, i prerequisiti per instaurare una convivenza civile e rispettosa tra gli Stati membri.

In conclusione, Emma Bonino lancia un appello ai giovani, esortandoli a non delegare la scelta sul proprio futuro: essere nati in Europa è, infatti, un privilegio da preservare e donare ai posteri. Proprio per il merito di aver ricevuto questa fortuna, ci sentiamo in dovere di restituire qualcosa. Utilizzando le parole di Konrad Adenauer:

 

“Die Einheit Europas war ein Traum von Wenigen. Sie wurde eine Hoffnung für viele. Sie ist heute eine Notwendigkeit für uns alle”

(L’unità dell’Europa era un sogno di pochi. È diventata la speranza per molti. Oggi è una necessità per noi tutti.)

 

Sara Cucaro

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *