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Suits: Avvocati sui generis

Un aggettivo che descriva la serie tv americana “Suits”? Accattivante.

La vicenda ruota intorno alla vita di Mike, un ragazzo come molti altri con la passione per la legge, ma con un talento a distinguerlo: una memoria fuori dall’ordinario che gli permette di ricordare ogni cosa mai letta ed ascoltata.
Si sa che nella vita reale il talento non basta a poter emergere, anche un genio ha bisogno della sua buona stella e quella di Mike è Harvey Specter, uno dei migliori avvocati di New York, che, colpito dalla prodigiosa abilità del giovane, decide di prenderlo con se e farne il suo braccio destro, per insegnare tutti i segreti che solo un avvocato come lui può tramandare.
Suits è una serie originale e inaspettata: i casi non sono mai banali e scontati. Uno dei punti di forza del telefilm risiede proprio nella diversità degli episodi e dei vari personaggi, figure di impatto e ben strutturate, offre ogni tipo di carattere, dal più riservato al più estroverso, dal più ironico al più diretto, permettendo ad ogni spettatore di potersi immedesimare, trovando, in breve tempo, il suo personaggio preferito.
Per non parlare delle figure femminili! Sono eccezionali nelle loro vesti di donne in carriera, capaci di farsi rispettare in un mondo fin troppo competitivo. Potere e fascino sono le determinanti che non mancano d’aspettativa in ogni azione che loro compiono. L’esempio più lampante è quello di Donna, la segretaria tuttofare di Harvey, grazie al suo carisma e abilità nel soggiogare gli altri riesce sempre a togliere dai guai Harvey e Mike, senza parlare dello studio stesso.
È necessario soffermarsi sul carisma dei personaggi perché Suits, al contrario di molte serie dello stesso genere legal-drama, si dedica all’aspetto giuridico e procedurale, ma senza esagerare, concentrandosi con più interesse alle azioni svolte dai vari soggetti spesso costretti a riesaminare i loro principi etici e morali permettendo a chi li osserva di riflettere criticamente.
La storia narrata sembra inverosimile, ma sarebbe interessante proiettarla nella vita reale: un ragazzo non laureato che lavora in uno dei più importanti studi legali di Milano e per il più eccentrico e spietato avvocato di sempre. Probabilmente gli studenti che si trovano a sudare sui manuali da mille e più pagine non ne sarebbero del tutto entusiasti.
Voi che ne pensate?

A cura di Grazia Pagano

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