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Le affinità elettive

Mentre cerchiamo Ella, Kate e Mag sulla collina, lanciamo un guanto a Parigi ricordandole che da questo momento in poi la sfida è tra noi due, e no, questa volta non andrà come per Bellodi e la Sicilia, e no, questa volta il cielo non si dividerà come per Manfred e Rita.

La capacità straordinaria della letteratura è quella di potersi plasmare su tutto ciò che la circonda rimanendo immutata, di cambiare significato, ma non significante, a seconda di chi e del contesto in cui si legge.

Insomma, la letteratura vanta la capacità di variare restando invariabile, ha un potere di adattamento invidiabile che ha permesso alle voci più profonde e pregnanti, intrappolate su pagine rilegate, di poter risultare vincenti nella sfida contro una selezione naturale che ritrova il suo autore, più che in Darwin, in Pennac.

Oggi più che mai, in un momento di infinito silenzio dettato da un Paese in bianco e nero e al contempo tutto rosso, gli scaffali delle nostre librerie urlano per avere la nostra attenzione e per ricordarci che anche loro, oltre alle videolezioni, hanno qualcosa di impellente da insegnarci. Quell’infinto silenzio va comparato ad una voce, affinché ci possa sovvenire l’eterno, e, se proprio l‘eterno non ci sovviene, ci possiamo sempre accontentare delle morte stagioni o della presente e viva, in ultima istanza del suo suono.

E, in virtù del fatto che, come ricorda Goethe, “l’eccezionale non lo si incontra su vie facili e piane” e che “ le affinità incominciano a diventare interessanti nel momento in cui producono delle separazioni” questo periodo può, paradossalmente, risultare il più proficuo per  instaurare delle cosiddette “ affinità elettive”; per fare, cioè, un’indagine interiore e mutuare dalla chimica la tendenza di alcuni elementi di legarsi a determinate sostanze a scapito di altre e farla nostra, riflettendo su ciò a cui diamo valore e su ciò che lo meriterebbe davvero, magari aiutandoci con un libro.

Il connubio tra letteratura e chimica può sembrare inusuale, ma questi ambiti sono uniti da un legame covalente: ne è esempio il sistema periodico di Mendeleev, che, permettendoci di comprendere la materia, ci consegna gli strumenti per poter intendere l’universo e noi stessi, diventando, a suo modo, anch’esso una forma di poesia e, dunque, di letteratura.

Ecco, allora, che questo breve scritto vuole essere un appello, un appello ad esercitare il diritto di tacere, in termini ben diversi rispetto al quinto emendamento americano, ma conformi all’ultimo punto del decalogo di diritti di cui ogni lettore si può avvalere, così spiegato da Pennac: “L’uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo. La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire. Non gli offre alcuna spiegazione definitiva sul suo destino ma intreccia una fitta rete di connivenze tra la vita e lui

A cura di Irene Ferrami

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