Oscar 2025: tutti i vincitori di questa edizione

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Ebbene sì, anche quest’anno l’evento cinematografico più atteso al mondo si è, ahimè, già concluso. La 97ª edizione degli Oscar si è infatti svolta nella notte del 2 marzo al Dolby Theatre di Los Angeles, con la conduzione del celebre Conan O’Brien.

Nonostante le 13 candidature per il film Emilia Pérez, già vincitore ai Golden Globes, a trionfare quest’anno è stato il film Anora, che si è aggiudicato ben cinque statuette: miglior attrice protagonista a Mikey Madison e quattro premi per il regista Sean Baker (miglior film, regia, sceneggiatura originale e montaggio). Un risultato storico, che eguaglia il record detenuto da Walt Disney da settant’anni: quattro Oscar in un’unica serata.

Tra gli altri film premiati, The Brutalist ha conquistato tre statuette, tra cui miglior attore per Adrien Brody, miglior fotografia e miglior colonna sonora originale. Emilia Pérez ha portato a casa due Oscar: miglior attrice non protagonista a Zoe Saldana e miglior canzone originale (El Mal), interpretata dalla stessa attrice. Anche Dune e Wicked hanno ricevuto due premi ciascuno: il primo per effetti speciali e sonoro, il secondo per costumi e scenografia.

Indimenticabile la vittoria di Kieran Culkin come miglior attore non protagonista per A Real Pain: fratello di Macaulay Culkin sia nella vita reale che nel celebre Mamma ho perso l’aereo, ha conquistato il suo primo Oscar, regalando al pubblico uno dei momenti più emozionanti della serata.

Come previsto, Flow – Un mondo da salvare ha vinto come miglior film d’animazione, già acclamato ai Golden Globes. Se non lo avete ancora visto, questa è l’occasione perfetta per recuperarlo. Il premio per il miglior cortometraggio d’animazione è andato invece a In The Shadow Of The Cypress.

La miglior sceneggiatura non originale è stata firmata da Peter Straughan per Conclave, mentre The Substance si è aggiudicato l’Oscar per trucco e acconciatura, grazie al lavoro di Pierre-Olivier Persin, Stéphanie Guillon e Marilyne Scarselli. I premi per miglior documentario e miglior cortometraggio documentario sono andati rispettivamente a No Other Land e The Only Girl in the Orchestra – La storia di Orin O’Brien. Miglior cortometraggio è I’m Not a Robot, mentre miglior film internazionale è risultato I’m Still Here.

Ma al di là dei premi, questa edizione ha regalato momenti indimenticabili, sia in positivo che in negativo. Tra i più commentati, la delusione di Timothée Chalamet al momento dell’annuncio della vittoria di Brody: l’attore aveva dedicato cinque anni alla preparazione del ruolo di Bob Dylan, studiando oltre trenta delle sue canzoni. A strappare un sorriso ci ha pensato Adam Sandler, che ha calcato il palco in tuta, portando con sé quel tocco di autoironia che lo contraddistingue, dentro e fuori dallo schermo.

Colpo di scena inaspettato: il bacio tra Adrien Brody e Halle Berry, rievocazione di quello del 2003, quando fu lei a premiarlo per The Pianist. Ma era davvero il caso di replicarlo davanti alla sua compagna, Georgina Chapman? Chissà cosa sarà successo dietro le quinte…

Non sono mancati momenti toccanti, come il discorso di Mick Jagger, l’omaggio di Daryl Hannah all’Ucraina, il tributo a James Bond e l’intensa esibizione dal vivo di Ariana Grande e Cynthia Erivo, che ha emozionato tutta la platea.

Un capitolo controverso è stato invece il segmento In Memoriam, che ha suscitato polemiche per alcune assenze importanti: non sono stati ricordati Michelle Trachtenberg (scomparsa pochi giorni prima della cerimonia), Alain Delon, Shannen Doherty (la celebre Brenda di Beverly Hills 90210), Tony Todd, Bernard Hill e Olivia Hussey, la “Giulietta” di Zeffirelli.

Nonostante tutto, anche quest’anno la cerimonia è stata una celebrazione del talento e dell’arte cinematografica, capace di intrattenere, emozionare e far discutere.

Non ci resta che attendere la prossima edizione e, nel frattempo, approfittarne per recuperare i film vincitori di quest’anno. Buona visione!


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