«La storia del lavoro femminile è una storia di fatica e di lotte» Irene Soave, Il diritto delle lavoratrici
Queste parole non si limitano ad aprire un libro: squarciano il velo dell’abitudine, risuonano come un richiamo, inchiodano alla realtà. Sono uno specchio in cui riflettersi – e riconoscersi.
Irene Soave, firma autorevole del Corriere della Sera, consegna un saggio che è al tempo stesso analisi giuridica, gesto politico, racconto umano e appello civile. Il diritto delle lavoratrici è necessario perché rimette in primo piano una verità che troppo spesso preferiamo ignorare: essere donna nel mercato del lavoro resta, ancora oggi, una sfida silenziosa, sistemica e quotidiana.
Maternità, congedi, precarietà, molestie, burnout, divario retributivo: temi urgentissimi, che Soave affronta con prosa cristallina e rigore documentale, senza mai perdere empatia. Spiega senza banalizzare, denuncia senza strillare, accompagna senza giudicare. Leggerla è come accendere un faro: illumina anche gli angoli in cui non vorremmo guardare – e in quella luce scopriamo di non essere sole.
Tra le pagine serpeggia una domanda che rimbomba nelle orecchie di chi, come me, è una ventenne alle porte del primo impiego: che cosa ci aspetta là fuori? Come si concilia il desiderio di lavoro con quello – legittimo – di restare figlie, compagne, madri, persone intere?
Durante una presentazione una studentessa ha chiesto all’autrice: «Che consiglio darebbe a chi teme di non riuscire a tenere tutto insieme?» Soave non indora la pillola: invita a nominare le disuguaglianze, a rifiutare l’alibi del «è sempre andata così». Perché, ricorda, «Ogni diritto negato a una lavoratrice non è solo un torto individuale: è una ferita alla dignità collettiva».
Ecco la chiave. Il lavoro non è (solo) questione di contratti, ma di dignità, spazio, riconoscimento. Se ieri altre donne hanno lottato per trasformare l’eccezione in normalità, oggi tocca a noi presidiare quel terreno – soprattutto quando sembra già conquistato.
Da studentessa dell’Università Cattolica ho sentito queste pagine smuovere qualcosa. Cresciamo con l’idea di dover meritare tutto, di non poter sbagliare; se qualcosa va storto, dev’essere colpa nostra. Soave ribalta la prospettiva: esistono strutture, norme, narrative che dobbiamo comprendere per poterle cambiare. Conoscere i propri diritti è il primo, irrinunciabile, atto di libertà.
Il diritto delle lavoratrici non è un testo per soli giuristi. È per chi vuole capire come funziona davvero il lavoro, per chi è stufa di sentirsi dire «sei troppo ambiziosa» o «perché vuoi tutto?». È un kit di strumenti dove finora molti hanno trovato soltanto ostacoli.
In definitiva, questo libro è un testimone: «Ho visto, ho capito, adesso ti racconto». E noi, prossime a entrare nell’età adulta, di testimoni sinceri abbiamo disperatamente bisogno – perché la verità, se condivisa, non toglie la voglia di cambiare il mondo: la moltiplica!

