Dallo spirito di Ventotene alla sfida globale: il ruolo dell’UE nel mondo che cambia

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“L’Europa non è un incidente della storia”, così David Sassoli si esprimeva nel discorso di insediamento alla Presidenza del Parlamento Europeo nel 2019, e invitava a recuperare lo spirito di Ventotene per non vanificare il sacrificio dei Padri Fondatori, i quali misero da parte le ostilità della guerra per creare un progetto capace di coniugare Pace, Democrazia, Diritti, Sviluppo e Uguaglianza.

Sebbene lo scenario politico internazionale sia fortemente mutato a causa di continui conflitti che lacerano il territorio europeo, l’Europa ha comunque continuato a rappresentare un simbolo di stabilità, cooperazione e valori condivisi, cercando di rispondere a nuove sfide con strumenti comuni e visione unitaria a fianco dei suoi cittadini.

Nonostante i limiti strutturali e istituzionali, l’Unione Europea ha saputo esercitare un’influenza significativa sulla scena politica globale attraverso il soft power, un modello di “potere morbido o persuasivo” che, invece di imporsi con mezzi coercitivi, promuove la Democrazia, i Diritti Umani, la Cooperazione Internazionale e il rispetto dello Stato di Diritto. In un mondo sempre più polarizzato e divisivo, il modello europeo continua a rappresentare una speranza concreta per una governance basata sulla dignità umana e la responsabilità collettiva.

Ed è proprio con questa missione, che il 29 maggio 2025 presso l’Università Cattolica di Milano, gli studenti hanno incontrato le istituzioni europee per dialogare su pace e coesione internazionale. La Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, ha portato un messaggio di fiducia, ribadendo l’importanza di un’Europa più vicina ai cittadini, aperta ai giovani e capace di offrire risposte concrete alle difficoltà contemporanee. Uno dei punti centrali del suo intervento è stato il richiamo a un maggiore protagonismo giovanile nelle istituzioni: “Vorrei vedere più giovani e più donne candidarsi” ha ribadito “La politica richiede impegno, ma se la si fa con valori, rispetto e tolleranza, può diventare una missione nobile”.

Oggi sono tante le politiche europee a sostegno della partecipazione attiva dei giovani in Europa: dai programmi Erasmus+ e DiscoverEU, che ne promuovono la mobilità, fino al Corpo Europeo di Solidarietà e al sostegno di start-up innovative. Inoltre, sempre più studenti e neolaureati trovano nell’Unione Europea non solo opportunità di crescita, ma anche uno spazio in cui far sentire la propria voce, contribuendo a costruire un’Europa più inclusiva e a misura d’uomo. La sfida fondamentale è però rendere questa partecipazione giovanile un vero e proprio protagonismo politico attivo. Con un occhio verso lo scenario politico internazionale, il Ministro Tajani e il Vicepresidente della Commissione Europea Raffaele Fitto hanno posto l’attenzione sulla revisione della politica di coesione, ribadendo l’esigenza di una maggiore flessibilità e semplificazione normativa e decisionale. Tra i progetti strategici citati emergono la Bussola per la competitività, il Piano per l’energia sostenibile e la progressiva indipendenza energetica dalla Russia. “Investire in infrastrutture e rafforzare il mercato unico” ha affermato il Vicepresidente Fitto, “è essenziale per l’autonomia strategica dell’Unione”.

I cambiamenti geopolitici degli ultimi anni e i conflitti in Ucraina e Medio Oriente hanno sollevato il tema di una possibile difesa comune europea. Alcuni leader europei sostengono che una maggiore integrazione militare possa contribuire a rafforzare l’autonomia dell’Unione, riducendo la dipendenza da alleanze esterne.

Progetti come la European Defence Fund e la Strategic Compass rappresentano primi passi in questa direzione, anche se restano sfide legate a differenze interne tra gli Stati membri e questioni di governance.

Il dibattito sul futuro della difesa europea resta aperto: per molti, dotare l’UE di strumenti comuni significa garantire sicurezza e stabilità, per altri è necessario valutare attentamente costi, rischi e compatibilità con l’assetto NATO.

In un contesto globale complesso, l’Unione è chiamata a ridefinire il proprio ruolo non solo economico, ma anche politico, mantenendo l’obiettivo di un’integrazione che tenga insieme valori condivisi e risposte concrete alle sfide attuali.


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