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Sviluppo umano e ambiente: research, adaptations and future

Se si pensa alla grande attenzione riposta sul tema dell’inquinamento ambientale e al contempo l’esponenziale crescita del consumismo, risulterebbe immediato definire la nostra epoca come “paradossale”.

Le sentite proteste climatiche non sembrano però influire in alcun modo sulle politiche ambientali, infatti sono tutt’ora preoccupanti i dati riportati in materia di sfruttamento intensivo del suolo e la sua mal conservazione.

Queste sono alcune delle tematiche trattate durante il convegno presso l’aula Olgiati, giovedì 10 ottobre.

In tale contesto, è stato presentato il progetto “Clic Plan”, che accende una fiaccola di speranza attorno alla necessità di trovare una soluzione al forte impatto ambientale lasciato dal turismo in aree lacustri lombarde. Il prezioso contributo di economisti, sociologi, psicologi, fisici è stato di fondamentale importanza per valutare l’impatto positivo e negativo che il progetto potrà avere.  

 

Risulterà efficace investimento così ingente nella speranza dicambiare le cose? Dal punto di vista psicologico, per gli abitanti sarebbe un problema convivere con un cambiamento immediato, allo stesso modo dal punto di vista economico poiché il mercato dell’intera area si troverebbe in difficoltà. A tal proposito, si è discusso e dimostrato come delle “soft solutions” possano avere efficacia. Si parla quindi di manutenzione dei muri costieri e di metodi di irrigazione più efficienti fino ad arrivare alla diffusione delle buone pratiche di riduzione delle sostanze organiche nelle acque. È stata rimarcata, inoltre, l’importante scommessa sull’educazione scolastica al non spreco di acqua potabile e a buone pratiche sanitarie e di buon consumo energetico.  

 

Sono tutte pratiche già in uso in alcuni comuni a forte vocazione turistica ma l’intenzione del progetto, finanziato dalla Lega Lombardia per l’Ambiente, è aumentare l’area di influenza sensibilizzando la popolazione locale ad una corretta conservazione dell’habitat. In tal modo, potrà essere consegnato integro alle future generazioni, nonostante una società che risulta sempre meno attiva nel contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. 

A cura di Letizia Berzolla

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